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In questo sito la biografia dei Radiohead è suddivisa per capitoli in base agli anni di produzione dei loro dischi.
Se vuoi leggere un periodo particolare della loro storia, ti basta clikkare sul link di tuo interesse.
Buona lettura.

In principio erano gli "On a friday"

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Tutto comincia nel 1984 tra i banchi di scuola dell'Abingdon College Oxfordshire, una scuola meno prestigiosa delle altre scuole private me che però vantava un ottimo dipartimento musicale, dove tutti i membri della band sarebbero passati e dove impararono a suonare diversi strumenti.
Nel 1982 Thom e Colin appena quattordicenni, si uniscono ai TNT. Una punk-band nata in ambito scolastico. Thom ne divenne subito il cantante "perché nessuno voleva farlo".
Nel 1984 i due decidobo che il punk era un genere decisamente morto e lasciarono il gruppo per fondarne uno tutto loro. Il primo ad entrare nella band fu Ed O'Brien seguito poi da Phil Selway ed infine da Jonathan "Jonny" Greenwood.

I cinque, che musicalmente parlando sono ispirati da band come Joy Division, Smiths, Japan, U2, REM, oltre ad Elvis Costello e Magazine, decidono di chiamarsi on a friday in omaggio al giorno della settimana dedicato alle prove (il venerdì). I primi brani sono firmati per la maggior parte da Thom Yorke e si ispirano alla scena indie degli anni '80.

Arriviamo al 1986 e nonostante il passaggio dal College all'Università la band fa il possibile per continuare a suonare e provare, pur di non sciogliere il gruppo.
Tempo un anno e la band inizia a far circolare il suo primo demo tape, esordendo dal vivo alla Jericho Tavern di Oxford. Per l'occasione, portano in scena una sezione di fiati supplementare, composta da 3 sassofonisti; ma l'entusiasmo per la sezione fiati sarebbe svanita da lì a poco per poi comparire in Kid A.

Negli anni seguenti, per questioni organizzative, la band si vede costretta a riunirsi soltanto durante le vacanze scolastiche. Questo permette a Thom di affinare le sue tecniche compositive grazie anche alla collaborazione di Jonny Greenwood che, essendo il più giovane della band, frequenta ancora il college. Jonny in breve tempo diventa la "spalla" musicale di Thom, aiutandolo a sgrezzare il materiale e mettere ordine nelle sue prime composizioni.

Dopo la laurea di Thom nel 1991 (letteratura inglese e arte) le cose si fanno decisamente più serie. In aprile affittano uno studio ai Dungeon Studios vicino Oxford, per registrare un demo con tre nuove tracce: what is that you see, give it up e stop whispering. Ma mentre i primi due brani erano semplici tributi di routine rispettivamente dei REM e della dance indipendente, stop whispering aveva una sua impronta originale, tanto che poi sarebbe stata rielaborata nel tempo fino a trovare posto nell'album di esordio Pablo honey.
La cassetta entra in circolo in quel di Oxford e oltre a qualche nuovo ingaggio, permette alla band di entrare in contatto con Chris Hufford, produttore locale e proprietario di uno studio di registrazione, che dopo aver visto la band in un'esibizione live l' 8 agosto 1991 alla Jericho Tavern, dichiarerà di essere rimasto "completamente folgorato" in particolar modo dall'intensa performance di Thom.

Huffon offre alla band la possibilità di registrare presso i Courtyars Studios altri demo tapes ad un prezzo molto vantaggioso.Lì viene registrato Manic Hedgehog titolo ispirato al nome del negozio di dischi indipendente di Oxford dove il demo sarebbe stato venduto.
Manic Hodgehog, contiene cinque brani (I can't, Thinking about you, you, Nothing touches me e Phillipa Chicken), tre dei quali sarebbero stati presi per Pablo honey mentre gli altri due erano cavalli di battaglia da esibizioni live. Ora mancava solo un contratto dicografico.

La fortuna arriva nell'estate del 1991, quando Colin lavora presso Our Price e lì incontra casualmente Keith Wozencroft, un rappresentante commeriale della EMI che da lì a poco sarebbe diventato il nuovo responsabile dell'ufficio artistico della casa discografica. Wozencroft si trova all' Our Price per un viaggio di lavoro e Colin ne approfitta per consegnargli un demotape registrato in aprile. L'uomo della EMI era abituato a simili episodi, ma questa volta fu diverso, in particolare dopo l'ascolto di Stop whispering. Decide di andare a vedere un concerto del gruppo a Oxford Park come avrebbe poi confessato a Mark Randall "non c'era nessuno sotto quel tendone, a parte forse un paio di ragazze, ma suonarono davvero bene".

Wozencroft riferisce la scoperta ai dirigenti della EMI e nel novembre di quell'anno torna per assistere ad un secondo concerto della band accompagnato dal suo capo Nick Gatfield e dal team dirigenziale della casa discografica. Quella sara Oxford Park brullica di discografici. Un po' perché i nuovi produttori distribuirono a man bassa le copie di Manic Hedgehog ed un po' perché la presenza della EMI suscitò un gran fermento nell'ambiente.

Una settimana dopo la band viene sommersa da contatti e proposte, ma i Nostri decisero di restare fedeli a Wazencroft e il 21 dicembre 1991, negli uffici del quartier generale della EMI di Londra, firmano il loro primo vero contratto discografico.

Pablo Honey e il successo di "creep"

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Dopo solo due mesi dalla firma del contratto con la EMI, gli on a friday decidono di cambiare nome. Secondo una leggenda è stato Keith Wozencroft a spingere il gruppo verso un cambio di nome dopo che lesse l'ennesima stroncatura comparsa, questa volta, su Melody Maker.
Wozencroft allora, scrive su un pezzetto di carta i titoli di cinque canzoni invitando la band a sceglierne uno. La scelta cadde su Radio Head dei Talking Heads, dell'album True Stories del 1986. Il brano in sé non significava nulla, forse i nostri si sono rivisti in quei musicisti sofisticati, intelligenti.

La EMI, decisa a recuperare un po' di soldi investiti, spedisce la band negli Courtyard Studios per registrare l'EP Drill, con Chris Hufford al timone. Drill contiene due nuove canzoni Prove yourself e Stupir car e nuove versioni di You e Thinking about you tratte dal precedente EP Manic Hedgehog. Ad eccezione di Stupid car, tutti i brani dell'EP sarebbero poi confluiti in Pablo honey.
Drill non supera mai la posizione 101 nelle classifiche inglesi. Forse per il mixaggio non proprio eccellente o per alcune esecuzioni ed arrangiamenti che lasciavano molto a desiderare.

Siamo nei primi anni '90 ed il rock pre-Nirvana pareva trovare diverse strade chiuse. Sembrava quasi che la musica avesse perso interesse per il rock, e la critica si interessa molto più alla musica dance. Queste atmosfere spingono alcuni gruppi come gli Stones roses e Happy mondays a provare a fondere insieme i due generi. Anche gli U2 ci provarono con il loro Achtung baby del 1991 e Zooropa del '93, ma dal canto loro, i Radiohead, pur se hanno dimostrato una certa affinità con il panorama musicale underground britannico, subiscono forti influenze americane. In particolare da quella musica da college come REM, Pixies e U2 (considerati americani di adozione ed onorari). Insomma la neo-band inglese, si è già messa contro una buona parte di critica senza contare gli scarsi risultati di Drill.

Per correre ai ripari, la EMI pensa bene di affiancare al gruppo il team di produzione americano formato da Paul Q. Kolderie e Sean Slade. Fu una mossa senz'altro saggia.
Musicisti e produttori si mettono al lavoro sul nuovo singolo (Creep) nei Chipping Norton Studios vicino a Oxford. Il resto dell'album, a parte un paio di brani, fu registrato in sole tre settimane negli stessi studios e mixato negli studi Fort Apache di Sean e Paul a Boston.
Pablo honey vede la luce nel febbraio successivo.

Criticare Pablo honey divenne una specie di moda, forse anche perché la band stessa ne prese le distanze. Ed O'Brian lo ha descritto come: "una collezione dei nostri maggiori successi quando eravamo una band sconosciuta".
Nonostante tutto Pablo honey resta un album solido con non pochi punti di forza e cosa più importante, gettò le basi per tutto ciò che sarebbe venuto dopo.

Le difficoltà e le pressioni del secondo album

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Nel 1993 lo straordinario successo di Creep porta ai Radiohead una straordinaria ed improvvisa notorietà internazionale. L'album Pablo honey supera ogni previsione di vendita, specie negli Stati Uniti d'America dove la band viene acclamata come eredi di REM, Nirvana e U2.
Il gruppo si ritrova a calcare palchi sempre più importanti continuando a fare il tutto esaurito, nonostante stesse affinasse le sue qualità. Così che la band comincia a scoprire che fama e successo hanno un loro prezzo.

Il rapido aumento di popolarità è accompagnato da un inevitabile carico di pressione riferito in particolare al secondo album: il successore di Pablo honey avrebbe dovuto lasciare assolutamente il segno.
Avvertendo il forte stress probabilmente anche fisico e mentale, i Radiohead decidono di lasciare gli Stati Uniti d'America, dove la loro fama era sempre più in crescita, per tornare in Inghilterra dove praticamente non li considerava nessuno. Tutto questo perché la stampa inglese non ha mai accettato che una band britannica ha conosciuto il successo all'estero, senza prima diventare famosi in Inghilterra.

Il cruciale "secondo album" ha stroncato promettenti carriere perché è sempre un ostacolo molto difficile da superare. Per questo i Nostri si affidano ad un veterano della produzione discografica, il produttore inglese John Leckie. Leckie ha dato il suo contributo al primo album degli Stones Roses ed è stato l'artefice dell'esordio discografico dei Magazine (Real life, 1978), uno degli album preferiti dei Radiohead.
La scelta cadde su di lui anche per il suo modo di approcciarsi al quanto morbido. Una scelta che si dimostrò molto più felice di quanto si potesse immaginare.

Le sessioni di registrazione cominciano all'inizio del 1994 presso gli studi londinesi RAK. Il fonico degli studios, è un certo Nigel Godrich, un genio scoperto da Leckie e che si rivelerà un membro importante del team Radiohead.

Il trasferimento a Londra per la band suona un po' come un distacco dal loro quartier generale nell'Oxfordshare. Il gruppo entra in studio con buone intenzioni e con l'idea di fare "qualcosa di grande".
La EMI lascia carta bianca ai Nostri permettendo che la band spendesse i primi due mesi di sessioni per trovare un hit che sulle orme della precedente Creep, facesse da apripista al nuovo album.
"Fu una pessima idea" confesserà Jonny Greenwood a Mick St. Micheal. "Partimmo con il piede sbagliato." Non c'era praticamente nessun accordo su come sarebbe dovuto essere il nuovo hit.
Il tempo passava e la tensione cominciava a crescere. Regolarmente gli emissari della casa discografica si recavano agli studi RAK per verificare il work in progress della band, senza trovare nulla di interessante.
"Andai completamente in paranoia" ha rivelato Yorke al Select (ex rivista musicale inglese). "E' stato il periodo più difficile che abbia mai dovuto affrontare... Due fottuti mesi trascorsi in una confusione del cazzo." I musicisti cominciano a soffrire una preoccupante "fobia da studio". "Non avevamo mai considerato lo studio di registrazione come un'estensione delle nostre potenzialità creative, bensì piuttosto come un ostacolo da aggirare".
E' il gruppo stesso a liberarsi dalle pressioni per tornare a ciò che gli sta più a cuore. "La cosa migliore della collaborazione con John Leckie è che lui non ci ha mai imposto niente. Ci ha sempre aiutato a capire di che cosa avevamo davvero bisogno". ha raccontato Jonny a Mac Randall.

Dopo una tournée di tre mesi in Europa ed estremo Oriente, le sessioni di registrazione riprendono per due settimane nei Manor Studios di Richard Branson. E come si legge in The Mojo Collection (Mojo Books) "ottenemmo più risultati in quelle due settimane che nei sdue mesi precedenti". Il gruppo comincia a vedere uno studio di registrazione non più come un ostacolo da aggirare, ma qualcsa da usare a proprio vantaggio. "John Leckie fu capace di insegnarci a guardare lo studio da un altro punto di vista, spazzando via la mistica cui era legato e facendone in pratica un nuovo strumento che avremmo dovuto imparare a suonare. Quando provai ad usare le apparecchiature che mi stavano di fronte per comporre, qualcoa scattò nella mia mente e compresi come avremmo dovuto fare. E dalla soggezione passammo al suo esatto contrario". (Jonny Greenwood al The Mojo Collection).

Rinnovati nell'ispirazione e rafforzati da quell'esperienza, i Radiohead rinascono. E cominciano a guardare alla musica e alla tecnica compositiva con occhi nuovi raggiungendo una nuova professionalità come musicisti.
Le registrazioni di The bends terminano a tempo di record.

Terminate le registrazioni nel leggendario Studio 2 di Abbey Road (noto anche come "the Beatles room"), il 26 settembre del 1994 esce il singolo My iron lung nella versione mixata da Leckie. Primo risultato tangibile dopo mesi di lungo e duro lavoro porta con sé ovviamente notevolissime aspettative.
Manco a dirlo, fu un vero e proprio flop.
Nella classifica inglese non supera la ventiquattresima posizione e vende meno di 20.000 copie perfino negli Stati Uniti d'America.

Il nervosismo torna a serpeggiare e la EMI, intenzionata a dare al disco un sound più americano (nell'illusione di garantire il seguito del successo di Creep), strappa a Leckie i nastri di The bends affidando il mixaggio finale dell'album ad eccezione di tre brani a Slade e Kodlerie già produttori di Pablo honey.
Intervistato da Mac Randall, Leckie non nasconde il suo disappunto: "Prendiamo le tracce originali di The bends e alziamo i fader. Il risultato non sarà molto diverso da quello che si ascolta nell'album, perché è così che è stato registrato, con sonorità molto naturali, organiche". Lo stesso Kolderie ammette: "Leckie ha fatto un lavoro di produzione straordinario per The bends. Se il materiale di partenza fosse stato schifoso non avremmo certo potuto aggiungere molto; la base invece era ottima, per meirto suo."

The bends vede la luce nel marzo del 1995.
La critica musicale inglese si affretta a promuovere la band da "pop fodder" appellativo applicato per Pablo honey, ad "antesignani di nuova era". Tuttavia la mancanza di un hit da classifica si fa sentire, soprattutto negli USA dove la band non supera la posizione 88 nemmeno sulla scia di un lungo tour promozionale. In Inghilterra invece The bends schizza subito al 6° posto e da lì a Natale, diventa album dell'anno secondo il sondaggio di alcune riviste musicali inglesi.

I Radiohead vengono addirittura chiamati dai REM, i loro eori dell'adolescenza, per aprire il "Monster tour". Evidentemente anche per la band di Atlanta The bends è disco dell'anno.

La fama di The bends non ha mai smesso di crescere. Nel 2001 per il 15mo anniversario della rivista "Q" The bends conquista il quarto posto nella classifica dei migliori album che avevano accompagnato fin lì la storia del mensile musicale inglese. Al terzo posto Nevermind dei Nirvana, subito dietro a Screamadelica dei Primal Scream e ad un certo Ok computer sul gradino del podio.

Il successo mondiale: Ok computer

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Con The bends i Radiohead consolidano definitivamente il successo negli Stati Uniti d'America nonostante l'album fosse rimasto, almeno inizialmente, fermo alla posizione 88 della classifica. Nel resto del mondo l'album viene accolto calorosamente e grazie al classico passa-parola dopo solo sei mesi dall'uscita il disco supera le 500.000 copie vendute nel solo Regno Unito.

I traumi subìti durante le famigerate sessioni di The bends e che hanno fatto rischiare lo scioglimento della band, adesso dovevano essere evitati a tutti i costi.
Per questo, la band chiede di assemblare un set up di registrazione mobile da poter trasportare ovunque. "Avevamo nostalgia del periodo in cui io e Jonny incidevamo sul 4 piste", ha raccontato Thom alla rivista Mojo. "Lavoravamo quando ne avevamo voglia. Passavamo per casa sua, scrivevamo una canzone, la registravamo e via. E' quello che abbiamo cercato di fare anche allora." C'è da dire che prima del successo mondiale di Creep, i Radiohead avevano sempre più o meno goduto del tranquillo stile di vita della middle inglese. Fu Creep ed il clamore che portò con sé a cambiare tutto.

Per tutto il 1995 i ritmi delle giornate della band sono scanditi fra tournées e scrittura del nuovo materiale. Fino a quando le due cose, inevitabilmente si intrecciano. Fu allora che decidono di tesatare direttamente sul pubblico il nuovo materiale approfittando dei concerti spalla del Montesr tour dei REM, Soul Asylum ed Alanis Morrissette. La Capital, l'erichetta discografica della band negli USA, ascolta in anteprima il materiale durante una di queste esibizioni live e tra l'altro anche all'interno di un'Arena. Neanche a dirlo, successo strepitoso e presa su un pubblico sempre più entusiasta. Insomma si assaporava un campione di incassi.
In realtà, quello che si ritrovano in mano dopo le prime sedute in sala di registrazione, nell'estate del 1996, era leggermente diverso da quello che avevano visto durante l'esibizione live. "Avevamo ascoltato Ennio Morricone, i Can e un sacco di roba caratterizzata da un abuso delle tecbiche di studio. Volevamo provare anche noi" racconta Thom a Mojo. E infatti i risultati non tardano ad arrivare. La prima traccia registrata nel nuovo studio, No surprises, con pochi ritocchi aggiuntivi è già quella che si ascolta nel disco. Finalmente i Radiohead sapevano chi erano e cosa volevano.

Così, dopo il positivo esordio di No surprises, i Radiohead lasciano la sala prove nel familiare Oxfordshire, un ex capannone soprannominato "Canned Applause" (applausi in scatola), e seguono la loro musa ispiratrice sulla M4 fino a trovare i maestosi spazi di St. Catherine's Court, cinquecentesca residenza nei pressi di Bath, proprietà dell'attrice Jane Seymour. Uno alla volta, i potenziali "successi da stadio" che tanto piacevano ai dirigenti della Capital, scompaiono nel nulla, lasciando il posto ad Ok computer.

Più libero e al tempo stesso più coerente, Ok computer è un lavoro di coinvolgente maturità.
L'album viene pubblicato il 16 giugno del 1997 in Gran Bretagna ed il 1 luglio negli Stati Uniti d'America che nonostante i timori della casa discografica americana, ricevette un'accoglienza entusiastica. Per la prima volta la band si trovò al primo posto delle classifiche inglesi e scalò anche quella americana fino alla 21° posizione.
Primo in molte classifiche mondiali, Ok computer a fine anno vince numerosi premi tra cui anche un Grammy per la "Best Alternative Rock Performance".

Nel febbraio del 1998, otto mesi dopo la sua uscita, i lettori della storica rivista musicale inglese Q votarono Ok computer come miglior album di tutti i tempi. Nel settembre del 2001 a tre anni e mezzo di distanza, in un altro sondaggio effettuato sempre da Q i lettori si sono pronunciati allo stesso modo.
James Dellingpole del Sunday Telegraph ha così sintetizzato la terza prova in studio della band inglese: "Se The bends è stato il miglior album degli anni '90, Ok computer è il migliore del 21° secolo".

La svolta: Kid A

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Mentre la valanga di Ok computer è inarrestabile, Thom e gli altri si ritrovarono ancora una volta profondamente a disagio dinanzi alle smisurate aspettative che tutto il successo dell'album, ha portato con sé. Come ha osservato Nick Kent su Mojo, una delle scene finali di Meeting people is easy (un videodocumentario realizzato dalla band con la tecnica della presa diretta), fotografa perfettamente la situazione. Thom, Jonny e Ed, sono a cena, seduti attorno ad un tavolo, e il cantante sta rimproverando i compagni "Jonny, l'altro anno siamo stati il gruppo più pompato. Eravamo primi in tutti i sondaggi. Sono stronzate! Adesso è cambiato tutto ed è una puttanata totale. Sono davvero preoccupato, davvero. Ci siamo spinti troppo in là." Pur con una certa riluttanza, alla fine gli altri accettano il disegno di Thom: l'unica scelta possibile era tracciare una linea di stacco con le produzioni passate della band, reimmaginandosi completamente l'assenza dei Radiohead nell'era post Ok computer.

Nel gennaio del 1999, la band si riunisce a Parigi per iniziare le registrazioni. Yorke non ha ancora nulla di virtualmente pronto. Dichiarerà a David Cavanagh di Q: "Il capodanno del '98 fu uno dei momenti peggiori della mia vita. Mi sembrava di essere sul punto di impazzire. Ogni volta che prendevo una chitarra in mano mi venivano i brividi. Iniziavo a scrivere una canzone, mi fermavo dopo poche battute e poi la nascondevo in un cassetto; la ritiravo fuori, ci davo un'occhiata e poi la stracciavo, la facevo a pezzi. Stavo sprofondando nella depressione, era sempre peggio. Non ne potevo più della melodia. Volevo ritmo. Tutte le melodie mi mettevano in difficoltà." Una vera sorpresa per Ed O'Brian che alla fine del 1998 si immaginava un album ricco di melodici brani di chitarra della durata media di tre minuti, magari ricchi di influenze di tipo Smiths.
Solo gradualmente nel corso dei 12 mesi successivi ed un continuo spostamento fra diverse città europee e studi di registrazione, comincia a delinearsi una via d'uscita da questa crisi creativa.
Subito dopo il tour di Ok computer, Thom si riavvicina all'elettronica ed in particolar modo a quella della Warp, un'etichetta di Sheffield della quale Thom acquista l'intero catalogo. Quel materiale, insieme ad altro più esoterico, diventa il fulcro dal quale Thom parte per sviluppare nuovi ritmi, suoni e trame musicali. Trame musicali che consegna in un secondo momento alla band perché li fondesse con la musica Radiohead. Pur essendo da sempre influenzati dal jazz, i cinque non solo dovettero inventare un nuovo modo di comporre partendo da materiale assolutamente inedito, ma anche a re-imparare a suonare insieme dopo 15 anni di successi.

Tra le idee nuove c'è, ad esempio, quella di non prevedere più una partizione corale di tutti in ciascun brano o comunque di rimescolare le carte, rinunciando ai ruoli convenzionali. Tutto era soggetto ad una completa riconsiderazione; nulla è più immutabile. Ad un certo punto la band si divide in due unità compositive e produttive. Ad entrambe era severamente vietato toccare chitarre o batteria. Jonny Greenwood, chitarrista solista, si dedicò alle Onde Martenot (un pionieristico srumento elettronico degli anni '20), quando non scriveva arrangiamenti per archi o suonava il flauto dolce.
Se è vero, come accennò anche un titolo del Rolling Stones che "per salvare sé stessi i Radiohead avrebbero dovuto distruggere il rock'n' roll", con che cosa l'avrebbero sostituito? Questa era la domanda che la stessa band si stava ponendo.

Ed O' Brian, che nel 1999 a stento prese in mano una chitarra, spiegò a Q: "Quando si decide di fare un disco con un sound totalmente diverso bisogna cambiare metodo di lavoro. Da ciò derivano paura e insicurezza. Io, che sono un chitarrista, d'un tratto scopro che in quel pezzo non ci saranno chitarre e nemmeno la batteria. Jonny, Phil, Coz ed io abbiamo avuto le nostre difficoltà. Era una specie di prova per la band, credo. Saremmo riusciti a sopravvivere senza mettere in repentaglio il nostro ego?
Quello che stava accadendo in quella fase della nostra carriera, quello che non dobbiamo mai smettere di ripeterci, è che stavamo intraprendendo un nuovo cammino. Non avrebbe avuto assolutamente senso proseguire sulla stessa strada. E' una banalità forse, ma ciò che abbiamo fatto è stato distruggere il gruppo per poi ricostruirlo con gli stessi cinque componenti. Credo che uno dei punti salienti della filosofia Radiohead stia proprio nel fatto di non essere nostalgici. Per esempio, non parliamo mai della scuola. Eravamo tutti a scuola insieme ma non guardiamo indietro. Non parliamo mai di ciò che abbiamo fatto in passato."

Beh, se la band non soffriva di nostalgia per le glorie passate, altrettanto non poteva dirsi per la casa discografica.

Se anche davanti ad Ok computer in un primo momento erano scettici, figuriamoci al primo ascolto di Kid A. L'eufemismo che solitamente viene usato in questi casi è: "difficile" che tradotto vuole significare "suicidio commerciale". In questo caso la situazione diventa ancora più complicata; la band decide che l'album non avrebbe ricevuto sponsor, niente singoli nessun video e poche relative interviste. Insomma l'album doveva reggersi sulle sue qualità.

Di fronte alla sfida di pubblicare un album ad un primo ascolto invendibile, la Capitol (casa discografica ameircana della band), ha trovata davvero brillante. I Radiohead potevano contare su milioni di fans incredibilmente appassionati e per la maggior parte esperti di internet; si decide quindi di affidare la campagna promozionale del disco proprio al suo pubblico.
Per prima cosa la Capitol realizzò un sito web che conteneva un servizio di "instant messaging buddy", un sistema per scambiarsi messaggi in maniera rapida ed informale, per fare da ponte con i numerosissimi siti non ufficiali dedicati alla band; in rete poi vennero diffuse incessantemente notizie, musica e immagini che i fans potevano facilmente e legalmente scaricare, integrando i propri siti. Ma la trovata davvero rivoluzionaria fu quella che precedette l'uscita ufficiale di Kid A nei negozi (ottobre 2000). Tre settimane prima della fatidica data, band e casa discografica spingevano i loro fans a scaricare l'album dal sito e far circolare bootlegs gratuiti su tutti i loro siti web.

L'accoglienza del pubblico di fronte a un disco innovativo come quello di Kid A, realizzato da un gruppo prevalentmente rock, è senza precedenti. Senza il supporto delle radio, senza hits, video o singoli, nell'ottobre del 2000 Kid A balzò in cima alle classifiche di entrambe le sponde dell'Atlantico. I Radiohead, la loro musica, il loro modo di lavorare e la fedeltà del loro pubblico, ricevettero piena conferma sia dal punto di vista artistico, che dal punto di vista commerciale nonstante che per molti Kid A era considerato "un album intenzionalmente difficile".

Il seguito: Amnesiac

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Dopo 8 mesi dall'uscita di Kid A arriva Amnesiac. In un primo momento si parla di pezzi non entrati per svariati motivi in Kid A, o di B-sides di quest'ultimo. Ma andando avanti nell'ascolto del disco, ci si rende conto che non solo Amnesiac è un album a sé stante, ma che i Radiohead, con quest'album, hanno ancora una volta rivoluzionato la forma canzone come solitamente siamo abituati a conoscere. Qui siamo nella sperimentazione controllata e mai accidentale ma allo stesso tempo c'è un ritorno anche alle chitarre (pressapoco assenti in Kid A.

Il frontman dei Radiohead, Thom Yorke, spiega così la decisione di pubblicare due album separati: "Sono separati perché non possono essere presi uno dopo l'altro come in una linea retta. Si cancellano l'un l'altro come lavori completi. Credo che "Amnesiac" dia un'altra interpretazione di "Kid A", una specie di spiegazione [..] Qualcosa di traumatico è accaduto in "Kid A", e questo è il girarsi a contemplarlo, provando a rimettere in sesto i pezzi. Torna ad ascoltare "Kid A" dopo "Amnesiac", e credo che lo capirai".

Ed a proposito delle differenze con il lavoro precedente dice: "Kid A" era come uno shock elettrico. "Amnesiac" è come essere nei boschi, in campagna. Penso che l'artwork sia il modo migliore per spiegarlo. L'artwork di "Kid A" era tutto sviluppato sulla distanza. I fuochi erano tutti dall'altra parte della collina. Con "Amnesiac", tu sei nella foresta mentre divampa il fuoco".

Esiste anche un'edizione speciale dell'album che consiste in un libro a copertina rigida, con il CD inserito nella seconda di copertina. Il libro è strutturato come un libro di biblioteca dalla "Catachresis College Library" completo di date stampate, e contiene molte pagine artistiche disegnate da Stanley Donwood e Thom Yorke, che si è firmato con lo pseudonimo di 'Tchocky'.

La Politica internazionale e Hail to the thief

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Hail to the Thief è stato registrato nell'autunno del 2002. La band prima dell'uscita e la pubblicazione dell'album, ha già eseguito dal vivo 12 dei 14 brani inclusi nell'album (praticamente tutti tranne backdrifts e the gloaming).

Secondo le informazioni riportate dal diario online tenuto da Ed O'Brian, la composizione di una buona parte delle canzoni, come i will e sit down, stand up risale agli anni novanta e una prima versione di wolf at the door era stata scritta durante l'incisione di kid A. Inoltre, alcune strofe di Myxomatosis sono prese dal B-side Cuttooth, mentre altre erano già apparse negli artwork del singolo di high and dry del 1995, a cura di Thom Yorke e Stanley Donwood.

Buona parte delle tracce è stata registrata a Los Angeles in un paio di settimane, per i Radiohead la sessione in studio più breve dai tempi di Pablo honey. Il missaggio, durato mesi, è stato eseguito a Oxford in alcune sessioni aggiuntive. Pare che i ristretti tempi d'incisione siano serviti ai membri della band per passare più tempo con le rispettive famiglie, ma anche per allentare le tensioni sorte durante l'incisione dei precedenti album. In un'intervista per Yahoo!, O'Brien ha dichiarato che "Questo è stato il primo album in cui, alla fine della produzione, non ci volevamo uccidere l'un l'altro." Mentre invece nel 2006 Yorke ha dichiarato: "Avrei voluto poter fare un altro tentativo con Hail to the thief. Volevamo chiuderlo in tempi brevi e penso che le canzoni ne abbiano risentito."

Un versione non masterizzata dell'album è stata trafugata e diffusa su internet qualche mese prima della pubblicazione ufficiale. Nigel Godrich ha pubblicato un messaggio sul sito ufficiale della band esprimendo il suo disappunto per l'accaduto, in quanto il prodotto della band è stato così ascoltato in una forma incompleta, Jonny Greenwood ha invece dichiarato: "può essere umiliante perché priva di artwork e tutto il resto, ma... Sono preoccupato, penso, non contrariato. Sono felice che piaccia, prima di tutto. È successo tutto "un po'" prima di quanto non ci aspettassimo, ma non importa." Le versioni(quella ufficiale e quella girata su internet) hanno solo poche differenze (ad esempio, the gloaming dura un minuto in meno nella versione finale e non ci sono chitarre acustiche nell'intro di i will). Inoltre, nonostante la fuga d'informazioni, le vendite dell'album nella prima settimana sono state maggiori dei precedenti lavori della band.

Il titolo dell'album è considerato da alcuni come un riferimento al canto anti-Bush "Hail to the Chief" che è una marcia suonata per annunciare l'arrivo del presidente USA usato dagli attivisti americani durante le controverse elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2000. Thom Yorke ha dichiarato per lo "Spin Magazine": "Se la scelta del titolo per il nostro album fosse stata dovuta esclusivamente alle recenti elezioni politiche, penso che sarebbe stata una scelta piuttosto superficiale. Inoltre, a proposito del sottotitolo: "the gloaming" (il crepuscolo) è l'imminente senso di ritorno ai secoli bui."

Ogni traccia di hail to the thief ha un titolo alternativo o un sottotitolo ufficiale stampato in piccolo sul retro del CD. Alcuni di questi fanno riferimento ad alcune strofe della canzone, altri sono frasi indipendenti. Il titolo alternativo dell'album è "the gloaming", anche titolo di una delle canzoni, è il titolo che Thom Yorke avrebbe preferito usare come titolo principale dell'album, ma gli altri membri della band lo hanno considerato troppo "prog rock".
Ogni titolo e sottotitolo è seguito da un punto (esempio: Hail to the Thief. , There There. , Sit down. Stand up.); inoltre, nel booklet sono i titoli alternativi o i sottotitoli delle rispettive canzoni a precederne il testo, anche se questi sono raramente utilizzati, anche dalla band stessa.

L'artwork dell'album segue lo stile di una mappa stradale, con parole e frasi al posto degli edifici. Molte frasi sono legati all'album stesso o fanno riferimento ai testi (esempi: "punchup", "we can wipe you out", "are you fresh?"). Nonostante i Radiohead siano inglesi, molte delle parole sono americane o usano lo slang americano ("color", "xing", "VCR"). L'artowrk è stata prodotta da Stanley Donwood in collaborazione con Tchock (Thome Yorke); Per la copertina dell'album, Donwood ha trovato ispirazione nel panorama di Los Angeles. Questo tipo di tecnica è una pittura chiamata "Pacific Coast", mentre le altre "mappe" presenti nell'artwork fanno riferimento alle città di Londra, Grozny e Baghdad.

Come per kid A e amnesiac, l'album è stato distribuito anche in un'edizione speciale. La differenza rispetto alla versione base non sta nella musica, ma nella copertina, sempre a cura di Donwood e Tchock, e in un grande poster con una raffigurazione simile alla copertina. Quest'ultimo è stato definito come una "tabella di marcia", con riferimento alla Road Map dell'amministrazione Bush per la pace fra Israeliani e Palestinesi. Inoltre anche hail to the thief, come i precedenti album dei Radiohead, è stato pubblicato anche in versione vinile.

Tutti i colori dell'arcobaleno con In rainbows

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In rainbows è stato pubblicato il 10 ottobre 2007 in forma di download digitale e, successivamente, a partire dal 3 dicembre 2007, è stato reso disponibile in formato tangibile "discbox" (2 CD).

L'opera ha sfruttato un innovativo sistema di distribuzione digitale: fino alla pubblicazione nei negozi, è stato infatti possibile scaricare i brani esclusivamente dal sito della band, a un prezzo a libera scelta del compratore (paga quanto vuoi). Tale sistema era già stato attuato in precedenza da altri gruppi, ma mai un gruppo di calibro mondiale, come sono i Radiohead, aveva azzardato prima d'ora un tale esperimento.

La custodia è stata realizzata in cartone e, essendo il materiale fragile, sono stati inseriti degli adesivi con i loghi del disco da attaccare in un cofanetto vuoto nel caso quello originale si rompa.

The king of limbs

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The king of limbs, e all'attuale ultimo album in studio dei Radiohead, è stato pubblicato il 18 febbraio 2011 e distribuito in download digitale nei formati MP3 e WAV. A partire dal 28 marzo 2011 è disponibile in formato CD e, dal 9 maggio 2011 nell'edizione speciale "newspaper".
L'edizione "newspaper" contiene 2 vinili, diversi artwork in formato grande, 625 artwork in formato piccolo e un compact disc. Per l'occasione Thom Yorke e Stanley Donwood si vestono da strilloni di inizio secolo, e disribuiscono l'edizione come se fosse un vero e proprio giornale.

L'album è stato annunciato sul sito dei Radiohead il 14 febbraio 2011, 4 giorni prima della sua uscita. Il nome dell'album potrebbe essere riferito ad una quercia della Wiltshire's Savernake Forest, ritenuta avere 1000 anni. L'albero è situato a 4.8 km (3 miglia) dalla Tottenham Court House, dove i Radiohead hanno registrato parte del precedente album In rainbows.

Il 18 febbraio 2011, poche ore prima di render disponibile il download, è stato pubblicato il video di Lotus Flower sul sito ufficiale della band.

Il 19 dicembre 2011 è stato rilasciato il DVD The King of Limbs: Live from the Basement, un'esecuzione integrale dal vivo dell'album (che include anche i nuovi brani the daily mail, staircase e supercollider), sul modello di quanto già fatto nel 2008 con In rainbows.